Come nasce un osservatorio astronomico a Cortina d'Ampezzo?
Ecco il racconto di Piergiorgio Cusinato, socio fondatore e presidente dell'Associazione Astronomica Cortina per 48 anni di fila dal 1972 al 2020. Grazie Piergiorgio!
L'idea di un osservatorio astronomico a Cortina d'Ampezzo nasce sulle rive del lago di Zurigo, a metà del secolo scorso in un posto ameno: un collegio di Liceo Classico dove il metodo di insegnamento è di un altro mondo rispetto a quello italiano. Senza vocabolario le traduzioni dal tedesco al greco e dal latino al tedesco: accenno ai miei compagni di classe che in Italia gli esami si fanno con il vocabolario - la risposta secca: non ti crediamo. Più bizzarro ancora l'insegnamento delle materie scientifiche. Geologia? Ecco qui il martello, vai alla scoperta di fossili. Botanica? Vai a esaminare quel prato. Gli uccelli? Vai a vedere come volano. Chimica, fisica? Due saloni di 200 metri quadri ciascuno, fai gli esperimenti scientifici che vuoi. Tra l'altro mi diverto a osservare attraverso i raggi x la mia intensità ossea. Astronomia? Sali all'osservatorio: una cupola piazzata sopra l'edificio con un telescopio a specchio di 20 cm di diametro.
Tutto solo, vado, osservo e vedo per puro caso una galassia! Come San Paolo, caduto da cavallo dallo stupore, così anch’io sono rimasto tramortito dalla sorpresa di trovarmi davanti a una galassia e decido che da grande voglio fare partecipi tutti, proprio tutti, di questo. Senza alcun permesso esco di notte dal dormitorio con una mappa del cielo e una candela, non ho soldi per acquistare una pila, e così osservo, studio e guardo il firmamento.
Termino gli studi e a Cortina d'Ampezzo incontro i miei primi amici: Vittore Maioni e Roberto Ghedina ai quali indico le stelle di notte, le costellazioni e i loro nomi. Nasce così un bel gruppo di amici entusiasti e il 7 febbraio 1972 nasce l’Associazione Astronomica Cortina.
Prende forma anche l'idea di costruire un osservatorio astronomico. Ci auto-tassiamo pesantemente. Iniziamo a pensare al luogo più adatto: ma certo, dove se non in cima alla Tofana? Telefono a un astronomo di Bologna. Risposta: io non ci verrò mai. Dovevamo assolutamente cambiare idea. Il sottoscritto e Vittore, il primo a entusiasmarsi, andiamo all'osservatorio di Asiago dal Prof. Rosino, padre dell'astronomia italiana, che ci dice: l'osservatorio deve essere raggiungibile in 20 minuti altrimenti nasce già morto. Il Col Druscié è allora il posto ideale. Il Comune ci dà i mezzi necessari per il trasporto. L'osservatorio prende forma: fondazioni, pareti esagonali e i primi problemi. Ogni tanto una telefonata degli operai: ci hanno tolto l'acqua. Il giorno seguente: ci hanno tolto l'elettricità. Il re del Col Druscié, Luigi Maioni, non sopportava la nascita di un qualcosa di diverso dal suo mondo. Mi rivolgo al sindaco Menardi che granitico mi dice: preferisco dimettermi piuttosto che affrontare il re del Col Druscié.
Nonostante le enormi difficoltà la cupola appare improvvisamente nel cielo di Cortina. È fatta. Ora la costruzione del telescopio. A San Donà troviamo la persona giusta, un mago degli specchi parabolici, Virgilio Marcon, cui chiediamo di levigare uno specchio di 50 cm. Suo figlio ci propone il resto dell'attrezzatura. Ma Marcon junior aveva all'epoca poca esperienza di grandi telescopi, comunque ci siamo tranquillizzati quando ci ha dato una foto di un telescopio da lui realizzato. Quanto al nostro telescopio, il risultato non fu dei migliori: la luce delle stelle praticamente non filtrava. Ma come poteva succedere questo se il telescopio che mi diceva di aver realizzato era prefetto? Scoprimmo poi che si trattava di una foto di un telescopio presa dalla rivista “Sky & Telescope”. Corriamo ai ripari con l'aiuto della Prof. Margherita Hack che ci invia un suo collaboratore per verificare e testimoniare tutte le pecche del telescopio. Poi chiediamo aiuto al direttore dell’osservatorio di Asiago, prof. Leonida Rosino, per tutte le correzioni necessarie. Dopo un anno tutto risolto. Che sogno!
Vi era un albero che ci precludeva una parte del cielo e ne parlai a Luigi Maioni, che nel frattempo si era convertito alla nostra causa, anzi era diventato il nostro sostenitore più convinto. Il giorno dopo: miracolo! L'albero non c'era più. Subito mi recai da Luigi per ringraziarlo. Di che cosa? Il re del Col Druscié ripetutamente mi disse che lui non ne sapeva nulla. Non si è vantato, ha taciuto, in carattere con la sua astuzia montanara.
Piergiorgio Cusinato